PENNAPIEDIMONTE

Sul Versante Orientale della Maiella, si trova il paese di Pennapiedimonte, il cui territorio si estende per 47,2Kmq a partire dalla contrada Laio a 250m e arrivare al Monte Falcone 2692m. Il nome trae origine dal villaggio indigeno “Pinna dei Frentani” successivamente Penna Pedemonte fino a giungere alla denominazione odierna.

Il centro abitato è situato a 669m. su un irto costone roccioso a picco sulla Valle di Selvaromana con le case disposte a gradinate ed edificate sulla viva roccia come si può vedere ancora oggi nella Casa Rupestre sita in via della Grotta a circa 100m da Piazza Umberto I.

Il territorio di Pennapiedimonte è abitato sin dall’antichità come testimoniamo dalla Necropoli Italica con tombe e reperti databili fra il IV e V sec a.C. scoperto nel 1982 in località fontana nei pressi dell’attuale cimitero. Alcuni reperti sono custoditi nella “mostra permanente” della Necropoli Italica presso la Torre Romana inaugurato nel 2003. Tra gli oggetti di maggior pregio vi è il cinturone bronzeo in un eccezionale stato di conservazione sul quale sono stati trovati anche alcuni filamenti di cuoio, oggi conservato presso il museo Archeologico di Chieti.

Il paese nella prima metà del 1900 era noto per la lavorazione della pietra, un tempo estratta dalle numerose cave presenti sia nel centro storico che nel Parco delle Cave. La pietra una volta estratta veniva lavorata dagli antichi maestri scalpellini che la trasformavano in vere e proprie opere d’arte. Un esempio di questa grande maestranza la si trova all’interno della Chiesa Parrocchiale S.S. Silvestro e Rocco come il fonte battesimale realizzato da Guglielmo Giuliante e l’altare e il leggio opere di Pierino De Virgiliis.